Come molti di voi già sanno in queste vacanze sono stata con la famiglia a Napoli, ci siamo riproposti di visitare meglio la nostra Italia e Napoli mi ha sempre attirato ed incuriosito. Adesso, e solo adesso, capisco tante cose, tante parole ascoltate nelle canzoni di Pino Daniele, nei film con Totò, nelle commedie di Eduardo! Solo adesso riesco a immaginare quello che loro provavano, pochi ma intensi giorni mi hanno aperto uno scorcio nella realtà napoletana!
La descriverei come “unica nel suo genere”, un altro mondo, un altro modo di vivere. Non ci siamo limitati a visitare i luoghi turistici, anzi, abbiamo passato cinque giorni a camminare e guardare. Penso che questo sia l’unico modo di capire questa metropoli. Ci siamo immersi nei quartieri Spagnoli, nel rione Sanità, Via Forcella, siamo passati attraverso i mercati rionali, ammirato le loro esposizione di pesce, carne, verdure, pane e ascoltati mentre discutevano tra loro, mangiato nei loro posti. I napoletani, ci guardavano curiosi, praticamente gli unici turisti tra loro, mai nessuno sgarbo ci è stato fatto in quelli che dovevano essere i quartieri che secondo la guida sono da evitare.
Adesso scrivo da Montefabbri, il silenzio mi circonda, sono passata dalla confusione massima all’esatto contrario, da persone ovunque a nessuna persona.
Esattamente due opposti. Il sole mi scalda il viso mentre scrivo ed illumina Urbino immersa tra le colline, guardo le foto scattate in vacanza del chiostro di Santa Lucia decorato con maioliche dai colori vivaci, ed in mezzo alberi carichi di mandarini, verde e arancione, emanavano calore anche se non c’era il sole!
Sono fortunata. Siamo fortunati noi Italiani, possiamo ammirare tantissime realtà differenti nella nostra Nazione, ogni volta che vado all’estero me lo ridico. Solo con gli scarti degli scavi di Pompei potrebbero fare decine di musei! Ma sappiamo veramente apprezzare quello che abbiamo, ce ne stiamo veramente prendendo cura? Quanto è arrivato fino a noi riuscirà ad arrivare ai nostri discendenti? Anche noi che viviamo ai limiti di una città unica, la nostra Venezia, ma ci stiamo preoccupando di mantenerla in salute?
A queste domande io non riesco a dare risposte positive; e non occorre andare al sud per vedere i tesori trascurati, anzi! Permettiamo a quelle navi gigantesche di entrare a Venezia aspettando che succeda una tragedia per fare qualcosa? Quante risorse che non utilizziamo, quanti soldi nostri, di tutti, buttiamo…io resto sempre più basita da quello che leggo nei giornali!
E voi? Vi stupite ancora? Vi stupite davanti ad un quadro? Vi commuovete ascoltando una musica? Vi scandalizzate leggendo di un’ingiustizia?
Io penso di si, quindi per questo nuovo anno mi e vi auguro di poter fare la differenza, per noi, per i nostri figli, per i nostri avi che ci hanno lasciato dei tesori da ammirare e da conservare!
Con Affetto, Franca.