Mamma dagli la tettina! Questo è quello che mio figlio Elia mi diceva con apprensione appena sua sorella Ester cominciava a piangere.

Era veramente intollerante al pianto della nuova creatura, come in realtà lo siamo un po tutti; vedere e sentire un neonato piangere ci fa sentire impotenti, spesso non adeguati, soprattutto se siamo neogenitori. Il pianto del neonato è in effetti spesso difficilmente consolabile, comprensibile, mangiato ha mangiato, dormito anche, cosa c’è che non va?

Domande che ci siamo fatti tutti come neogenitori alle quali spesso l’unica risposta è che non c’è risposta.

Il 5 giugno ci è stata assegnata la certificazione FAAM (in Parafarmacia e prossimamente in Farmacia), ovvero di punto amico dell’allattamento materno in quanto Farmaciste formate per poter sostenere le neomamme nel percorso non sempre semplice, dell’allattamento. Molte di voi ci riferiscono che dopo il parto nessuno le ha sostenute, aiutate, accompagnate nella gestione del neonato, con spesso, come effetto finale di questo abbandono, la perdita del latte e il passaggio a quello formulato.

Vi invito a leggere l’articolo scritto dalla dott.ssa Marta Romanelli, ( LEGGI ARTICOLO ) nutrizionista, che spiega molto chiaramente le difficoltà che ci sono nei primi mesi di vita rispetto all’alimentazione del lattante e come queste difficoltà portino poi ad una interruzione anticipata dell’allattamento al seno nella speranza che il latte formulato lo “sazi di più e dorma senza svegliarsi in continuazione”.

Ma voi lo sapevate che esiste una curva del pianto?

La Dott.ssa Ghisleni scrive che il pianto, la sua durata e il suo volume, sono età dipendenti e cambiano nel corso dei primi mesi di vita. Il pianto per chi ha avuto un lattante da gestire, sa che cambia dai primi giorni di vita, ma personalmente non sapevo che avesse il picco massimo verso le 6-8 settimane, per poi ridursi verso i 3 mesi. In realtà nella mia esperienza di vita non ricordo esattamente se i miei tre figli abbiano seguito questa curva, ricordo che però mi mandavano fortemente in crisi quando non riuscivo a calmarli.

Per lo più il neonato piange per cause benigne e transitorie, ovvero fame, sonno, freddo o caldo, voglia di coccole. Poi ci sono i pianti inconsolabili delle coliche e questi sono veramente difficili da gestire.

Il Dott.re Banderali afferma che le coliche sono presenti nel 15-20% dei lattanti, qualsiasi sia il loro tipo di allattamento, seno o formula, parto naturale o cesareo. Nella mia percezione sono molto di più i lattanti con coliche!

Cosa possiamo fare per consolarli? Io di solito dico che soprattutto se siamo al primo figlio la strategia migliore è cullarli, le passeggiate, la suzione non nutritiva e il contatto pellepelle, poi ogni genitore trova il suo modo per calmare la propria creatura, come salire e scendere le scale o metterli in macchina.

Terapie

La Dott.ssa Marina Beneforti ha scritto per noi un articolo dedicato a coliche e dentini ( LEGGI ARTICOLO )

Se il pianto è causato dalle coliche, che normalmente arrivano verso sera (proprio quando il papà rientra in casa e si trova il neonato in braccio ancor prima di riuscire a togliersi le scarpe) sembra che qualsiasi terapia in atto non funzioni; in una revisione sistematica del 2020 sono stati confrontati tra di loro i principali trattamenti utilizzati, come probiotici, farmaci antifermentativi, terapie osteopatiche e si è visto che i probiotici ( LEGGI ARTICOLO ) sembrano proprio fare la differenza con un maggior effetto nelle creature allattate al seno.
Molta efficacia ha anche la somministrazione di alcuni rimedi omeopatici:
– Carbo vegetabilis, utile nelle prime coliche con addome gonfio e dolente, il bambino tende a piegare le gambine e piangere forte.
(Se è presente molto gas si possono utilizzare anche i sondini per aiutare l’eliminazione dell’aria.)
– Cuprum metalicum il Buscopan dell’omeopatia funziona sempre molto bene quando ci sia tensione e nelle coliche la tensione addominale c’è sempre!
– Colocyntis rimedio della colica gassosa dopo il pasto.
I rimedi si possono dare singolarmente oppure in associazione, sarà poi il pediatra o il farmacista specializzato in omeopatia a suggerire i dosaggi.

Ci sono anche delle fantastiche suppostine omeopatiche che spesso mi trovo a consigliare come effetto non solo antipiretico perchè contengono la Belladonna, ma anche come rilassanti, grazie alla Chamomilla, non solo per le colichette ma anche per i dolori della dentizione!

Non possiamo poi dimenticare i massaggi che sono una coccola e contemporaneamente se fatti con un olio o una crema con la lavanda, fonte di rilassamento non solo per la creatura che lo riceve ma anche per chi lo fa.

Mia cognata dice che porta la creaturina alla SPA quando fa bagno e massaggi!

Certamente quando ci siano segnali come vomito, difficoltà digestiva continuata, scarso appetito e peso che non aumenta, bisogna rivolgersi al pediatra di famiglia perchè ci potrebbe essere un reflusso gastro-esofageo o altro che va verificato.

Nella speranza di avervi rasserenato rispetto al pianto vi aspetto per chiarire dubbi e domande, per supportarvi con quello che la natura ci offre a sostegno della salute delle creature e due fioretti per la parte psicologica possono sempre essere utili!

Poi noi ci siamo sempre, 6 giorni su 6 e il settimo, beh spesso anche quello per lo meno telefonicamente!
Con affetto
Franca

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