Articolo della Dott.ssa Debora Codognotto – Logopedista
E’ davvero difficile dare una definizione precisa di VOCE!
Pensiamo a quando vogliamo definire uno dei tanti oggetti presenti nella nostra casa; ne descriviamo la forma, le dimensioni, l’utilizzo, il significato che ha per noi. Se tentiamo di applicare la stessa modalità nel descrivere la voce, ci risulta complicato dare una risposta.
Nei testi scientifici la voce è descritta come “una realtà fisica, un segnale acustico prodotto dalla laringe” e inoltre “la modalità più semplice ed economica per comunicare”.
La voce però non è solo questo; qualcuno l’ha definita “il più straordinario strumento di partecipazione alla vita”.
Mi viene allora da aggiungere che la voce è lo strumento con il quale diamo suono ai nostri pensieri, con il quale comunichiamo le nostre emozioni (come mi sento) e il nostro stato fisico (come sto).
La voce ci identifica come uomini o donne, segnala la nostra età anagrafica, è l’espressione più immediata dell’uomo nell’ambiente, poiché dice di noi in qualsiasi situazione ci troviamo.
Come esiste un’identità corporea così esiste un’identità vocale
La mia professione di logopedista, che si occupa di voce da anni, mi porta ad intervenire quando la voce delle persone perde le caratteristiche di economia (migliori risultati ai minori costi), di efficacia (raggiungimento degli obiettivi comunicativi) e di eufonia, cioè di voce prodotta in equilibrio.
Quando la persona non riconosce più la voce come propria, quando l’emissione da naturale diventa forzata ,si rivolge allo specialista .
Pensiamo in particolare ai professionisti della voce, cioè alle persone che la usano molto per lavoro (insegnanti, agenti di commercio, commessi, parrucchieri..) che, proprio per l’eccessivo utilizzo della voce e talvolta il mal uso, manifestano difficoltà vocali (disfonia).
Curare la voce significa educare ad una buona comunicazione, ritornare ad una economia che si è alterata, piuttosto che una acquisizione di competenze o esercizi che risolvono il sintomo “brutta voce”.
Questo tipo di approccio mi porta ad accogliere la persona con un disturbo di voce in modo globale, nella sua totalità di individuo.
Alla base del percorso terapeutico educativo c’è prima di tutto l’ascolto della persona e poi l’ascolto e la valutazione della voce. Si crea un rapporto tra terapista e paziente, fondato su un clima di fiducia e collaborazione e da questo nasce un progetto riabilitativo, volto a sviluppare nella persona le capacità di auto-ascolto e auto-percezione.
L’obiettivo ultimo è “dare in mano” alla persona gli strumenti che lo aiuteranno a conoscere, gestire e salvaguardare la propria voce ed il proprio comportamento vocale.
Lavorare con la voce significa proprio “mettersi in gioco” sia per la persona disfonica che per il terapista che lo accompagna….ed è proprio un bel gioco!
Articolo della Dott.ssa Debora Codognotto
Logopedista presso il Servizio di logopedia dell’ Unità Operativa di ORL dell’ Ospedale dell’ Angelo di Mestre (Aulss 3 Serenissima)