Acidosi dolori stanchezza nervosismo stress calo delle prestazioni mentali spossatezza osteoporosi artrosi artrite sportivi infiammazione cronica allergie…

Spesso si pensa che l’infiammazione del nostro organismo venga sempre da cause esterne, da fuori, dove fuori è altro da noi, che non dipende da noi, qualcosa che non possiamo controllare e sul quale nulla possiamo fare.
Molti di voi soffrono di dolori migranti, ovvero che si spostano da una parte all’altra del corpo, con una rigidità articolare che a volte migliora con il movimento mentre a volte peggiora.

Il corpo per un po’ ci fa rallentare, cerca di trovare la strada per gestire l’infiammazione, ma quando non viene ascoltato ci avvisa con il sintomo che tutti noi temiamo di più, il dolore!

Da infiammazione di basso grado saltiamo a piè pari in quella cronica!

Ma dove vengono i dolori?

Spesso sono causati essi stessi da un’infiammazione cronica di basso grado che, se come succede spesso, non viene presa in considerazione, diventa un’infiammazione persistente/cronica!
Il dolore è incredibilmente un compagno di viaggio che appena non si fa più sentire, ci sembra non ci abbia neanche mai accompagnato. E’ successo anche a te? Adesso che sono più matura a volte qualche movimento mi porta un dolore, una fitta che mi allerta nel dubbio che possa rimanere.
Personalmente sono fortunatissima perché fino ad ora ho sofferto di dolori in modo sporadico e per breve tempo, ma quando succede mi dico che non ci si gode a sufficienza i momenti in cui il nostro corpo sta bene e non ci da pensieri né dolori.
In questi ultimi mesi nei quali ho approfondito patologie legate al dolore come la fibromialgia mi sono concentrata sul capire come aiutare chi soffre in modo continuativo; ma il paziente cosa può fare sulla gestione del dolore? Non solo utilizzare cerottifasceterapiefarmaci, ma partire da quello che in primo luogo ci porta ad infiammare il nostro organismo, ovvero la nostra alimentazione. Si parla molto dell’equilibrio acido base del nostro corpo ed infatti l’acidosi è una situazione in cui l’organismo è predisposto all’infiammazione. Non è facile uscire da questa situazione e spesso solo le correzioni alimentari non portano ad un risultato duraturo.

Ma cosa ci rende acidi? E cosa alcalini ovvero basici?

L’argomento è veramente molto complesso!
Il nostro corpo ha un ph che cambia a seconda degli organi, passando da un ph 1-3 dello stomaco ad un range tra 7.35-7.45 del sangue, questo range vi sembrerà molto stretto, ma è assolutamente fondamentale che venga mantenuto per la nostra salute.
Il corpo è uno strumento perfetto, con sistemi tampone per mantenere il ph corretto: eliminiamo gli acidi volatili con l’espirazione tramite i polmoni, quelli non volatili con le urine acide grazie ai reni e dalla pelle con la sudorazione acida.
Se l’alimentazione è corretta, se facciamo attività fisica regolare e la nostra vita è serena senza stress cronico, manteniamo il nostro corpo nell’equilibrio corretto.
Vedo già che state pensando: facile a dirsi difficile a farsi!

Ma cosa significa corretta alimentazione? Mi spiace dirvi che gli alimenti che sono più acidi sono quelli che vengono dal mondo animale e chimico (bibite gassate farine raffinate ad esempio).

Ma cosa significa attività fisica regolare? Le linee guida dicono che bisognerebbe fare un’attività consona all’età, capacità e desideri, di almeno 3 ore settimanali.

Stess cronico? Il nostro corpo e la nostra mente sono in grado di gestire i momenti di stress se essi hanno un inizio ed una fine, siamo figli dell’uomo preistorico! Ma quando lo stress non ha fine diventa una vera e propria fonte di infiammazione!
Non smettete di leggere a questo punto perché cerco di spiegarvi cosa succede quando non siamo dei manutentori della nostra stessa salute!

Di giorno il nostro corpo va incontro fatalmente all’acidosi e per tutelare il ph del sangue spinge gli acidi in periferia, nel tessuto connettivo; dovete pensare a quello che succede nel nostro ambiente domestico e lavorativo, le spazzature le accumuliamo durante la giornata, per poi portarle nei bidoni esterni alla sera in modo che alla mattina vengano portate in discarica.

Di notte infatti dalla periferia gli acidi vengono riversati nel torrente circolatorio per essere mandati agli organi emuntori, fegato e reni li elaborano ed eliminano; pensate all’odore delle urine della prima mattina, non solo possono contenere batteri migrati dal nostro intestino, ricordiamo le cistiti recidivanti? Ma sono anche acide! (Leggi guida alla Cistite)

Quando il nostro corpo non riesce più a bilanciare lo squilibrio acido-base, si va incontro all’acidosi metabolica che richiede misure di emergenza per rigenerare la capacità di tamponare del nostro organismo. Il tessuto connettivo, lo dovete pensare non solo sulla pelle ma anche nelle cartilagini delle articolazioni; può diventare il deposito delle sostanze acide con conseguente incapacità di legare acqua, aumenta la rigidità del tessuto stesso con perdita di elasticità! Conclusione ci svegliamo e ci sentiamo centenari!

Anche le ossa, che sono uno dei nostri depositi alcalini, qualora ci siano troppi acidi da tamponare, vengono chiamate in causa, con conseguente depauperamento della struttura dell’osso stesso che invia nel sangue sali di calcio e magnesio. Se parliamo di osteoporosi nella persona matura, un’acidosi in età giovanile può invece portare a problematiche di crescita.

Ma come possiamo sapere se una alimento porterà un aumento o meno dell’acidità nel nostro organismo? Nel 1995 Remer e Manz hanno diviso gli alimenti in base al PRAL, Potential Renal Acid Load, ovvero in base non solo alla concentrazione di minerali alcalini contenuti dall’alimento stesso, ma al potenziale carico di acido sui reni dopo averne consumato 100 grammi.

Per semplificare, hanno diviso gli alimenti in base a quanto possono acidificare il nostro organismo una volta mangiati ed assimilati.
Vi allego una tabella, la più semplice che ho trovato, per farvi capire che non è proprio semplice mangiare nel modo corretto ma non è neanche così difficile.

Basterebbe assumere una percentuale più alta di alimenti basificanti per bilanciare quelli acidificanti; in linea generale si potrebbe stare su un 80-20, ovvero 80% di alimenti vegetali contrastano il 20% di quelli acidificanti.

Purtroppo la nostra alimentazione occidentale è completamente spostata sugli acidi, si stima che il 95% degli alimenti mangiati dagli occidentali sia acido!

Perché i vegetali non acidificano il nostro corpo?

Perché contengono sali minerali organici che sono naturalmente alcalini e perché nella loro digestione producono acidi volatili detti anche deboli o organici che vengono eliminati con rapidità attraverso la respirazione polmonare sotto forma di acido carbonico. Le proteine animali invece producono acidi non volatili, detti anche forti o minerali, che debbono essere eliminati tramite i reni, come l’acido urico, fosforico e solforico.
Ecco perché un’alimentazione vegetariana è più gestibile dal nostro organismo.
(Leggi i miei articoli sull’aimentazione)

Ma quali sono i sintomi che ci possono far venire il dubbio di essere in acidosi?

Dolori muscolari ed articolari.

Non solo l’acidosi può portare al dolore cronico ma può anche aumentare la percezione stessa del dolore. Ci sono veramente moltissimi studi pubblicati su questo argomento che invitano a cambiare i propri stili di vita quando il dolore diventa cronico! Ovviamente escluse cause organiche, l’assunzione di sali basificanti ha portato un miglioramento in tutti gli studi valutati, sia che essi si riferissero a lombalgie, a tendiniti croniche che a tendiniti del tendine di Achille, anche in soggetti che svolgevano attività fisica intensa.

Atleti ed acidosi

Spesso gli stili di vita degli atleti sono controproducenti, infatti ingurgitano quantità esagerate di alimenti acidificanti ed hanno uno stress ossidativo molto alto a causa della produzione dei radicali liberi.
Si preoccupano della loro salute solo quando succede loro un infortunio o quando la loro performance non è adeguata.
Uno studio effettuato proprio su un gruppo di atleti mi ha stupita per come i parametri di riferimento dell’infiammazione siano diminuiti nel gruppo che assumeva alcalinizzanti, anche in termini di diminuzione delle interruzione degli allenamenti a causa del dolore.
L’acidosi negli sportivi può infatti portare veramente notevoli danni come il calo del rendimento a causa della stanchezza, aumento del rischio di traumi, muscolatura che non risponde come dovrebbe con perdita di allenamenti e gare; crampi muscolari, stiramenti e dolori sono una delle cause più avvertite dagli sportivi non bilanciati!
Un atleta meno infiammato è un atleta che ha performance migliori, se è vero che l’attività fisica è consigliata, quando diventa agonistica diventa essa stessa fonte di infiammazione ed acidosi. L’assunzione di sali basificanti e migliorare la propria alimentazione, porta come conseguenza lavorare per la salute, per le proprie prestazioni e diminuire le possibilità di infortunio.

Dolori reumatici, artrite reumatoide

In Germania la società di reumatologia valuta molto importante la dieta, con indicazioni di diminuire gli alimenti a carico acido e aumentare le porzioni di frutta e verdura, ovvero alimenti alcalinizzanti.
Da noi spesso viene detto mangi quello che vuole, come se il mangiare almeno tre volte al giorno tutti i giorni fosse assolutamente ininfluente! Grrr!
“Gli studi dimostrano che il liquido sinoviale presente nelle articolazione infiammate ha un’alta concentrazione acida e un ph più basso di quelle sane.” In alcuni lavori si sono valutati i risultati ottenuti con una dieta alcalinizzante e il supporto di integratori basificanti non solo nella diminuizione dell’infiammazione ma anche nella riduzione, conseguente, dell’assunzione di antinfiammatori.

Stanchezza e astenia, calo della memorizzazione e della concentrazione, irritabilità e calo del tono dell’umore.

Un organismo in acidosi metabolica ha un metabolismo che non lavora correttamente e non è in grado di produrre energia.
Spesso si cerca la causa di quanto sopra descritto nell’eccesso di lavoro e nei ritmi frenetici della nostra vita; raramente si pensa all’acidosi che invece è spesso la causa e la conseguenza!
Vi sono infatti studi pubblicati che mettono in relazione l’assunzione di cibi acidificanti e l’aumento della produzione di cortisolo, da qui il discorso del calo dell’umore dovuto all’aumento dello stress. In questo caso oltre a sali basificanti si potrebbe integrare con una pianta adattogena che abbassi i livelli di cortisolo! (Leggi articolo piante adattogene e stress)

Difficoltà nella riduzione del peso corporeo.

Le diete stesse spesso sono la causa della produzione di sostanze acide date dall’aumento dell’assunzione di proteine animali ma anche alla liberazione di corpi chetonici acidi derivati dalla degradazione del nostro grasso corporeo.

Uno studio molto interessante durato 12 settimane ha messo in evidenza che se si segue un regime alimentare basato sul digiuno intermittente (time stop, uno o due giorni alla settimana) unito all’esercizio fisico e all’assunzione di un integratore a base di sali basificanti, si ottengono risultati ottimali in termini di calo ponderale e nello specifico della riduzione del grasso viscerale rispetto ad gruppo di controllo che non assumeva l’integratore alcalinizzante e che seguiva una dieta normale.

Un altro studio ha valutato l’assunzione di sali alcalini per minimizzare gli effetti collaterali della dieta come mal di testa, nausea, vomito, crampi muscolari e nello stesso tempo migliorare “parametri di stress come stanchezza, esaurimento, problemi nel sonno e prestazioni di memoria ridotte”.

Mi sembra quindi evidente che mantenere un buon equilibrio acido-base permette di sostenere con maggior facilità la dieta, evitare che venga abbandonata e ottimizzare i risultati.

Iperuricemia e gotta

Gli acidi urici ve li ho già descritti come segnali di un allarme per il benessere cardiovascolare. (Leggi articolo su Omega 3)
L’eccesso di acidi urici, che non dovrebbe superare il 6.0mg/dl porta a formazione di cristalli che se si fermano nelle articolazioni, possono portare ad un attacco di gotta, che non è affatto una bella compagnia! Vero che una volta si soffriva molto di più di questa patologia e che l’avvento di un farmaco, l’allopurinolo, ne ha diminuito i sofferenti. Si è visto che se insieme al farmaco si abbinano dei sali basificanti, si ottiene una maggior diminuzione dell’acido urico, con azione benefica anche della funzionalità renale.

Calcoli

Quanto male fa una colica renale? Tantissimo! Eppure quello che dovrebbe venir consigliato più acqua, bere la tisana spaccapietra e meno scorie acide, praticamente non viene quasi mai prescritto!  (Coliche renali)
Se il nostro organismo non è acido evita di chiamare calcio dalle nostre ossa, che evita quindi di legarsi agli ossalati, formando i dolorosi calcoli di ossalato di calcio!
Quando diventiamo grandi la capacità di eliminare gli acidi attraverso i reni diminiuisce e il ph del sangue comincia ad abbassarsi portando ad acidosi indipendentemente dall’alimentazione seguita dall’anziano, se poi pensiamo che l’anziano spesso non mangia bene e assume troppi alimenti acidi, l’infiammazione cronica è una certezza.

Problematiche dermatologiche

Mai come in questi ultimi anni ci troviamo di fronte a problematiche dermatologiche così diffuse e inquietati, un esempio tra tutte? Le rosacee! Prima erano sporadiche adesso sembrano essere una normalità. L’acidosi metabolica non viene quasi mai valutata mentre potrebbe essere una delle concause. Abbiamo detto prima che se un organismo è in acidosi il tessuto connettivo che diventa il ricevente degli acidi non è in grado di legare molecole di acqua andando incontro a maggior rigidità con perdita di elasticità. Ne consegue che diminuisce l’apporto di sostanze nutrienti, di vitamine ed oligoelementi.
L’acidosi sembra essere la causa anche di disturbi come la cellulite e psoriasi.
Vi sono studi a sostegno dell’utilizzo di alcalinizzanti nei protocolli di cura dermatologica.
Ma non sarebbe preferibile prevenire? Certo che si, starai pensando!

Osteoporosi

Non vi tendio ancora ma avete capito che se siamo troppo acide il corpo preleva le scorte di sali basificanti dalle nostre ossa portandoci ad un’osteoporosi anche in età ancora giovanile.
Ci sono anche qui molti studi non solo in donne in menopausa ma anche in volontari sani e giovani, dove il correggere l’acidosi ha portato un netto e veloce miglioramento della qualità dell’osso!

Conclusioni

Per concludere semplificando, basterebbe migliorare la propria alimentazione e cercare di costruirsi una vita più serena; siccome in realtà non sempre è possibile, per riuscire ad essere meno acidi possiamo utilizzare i sali basificanti.
In commercio ce ne sono di molte marche, alcuni veramente sgradevoli altri meno, soprattutto quelli in compresse risolvono il problema gusto!
Ma quanto dovrebbe durare un’integrazione di sali basificanti?
Gli studi si basano praticamente sempre sulle 12 settimane, forse perchè in tre mesi danno il tempo ai pazienti di migliorare anche la loro alimentazione?
Un altro integratore del quale vi ho già parlato è la Clorofilla contenuta in grandi quantità nella clorella! Essa ha un vero e proprio potere non solo detox ma anche alcalinizzante, perchè quindi non inserirla a rotazione nei nostri cicli di integrazione?
Capisco che questa rubrica sia stata particolarmente faticosa e che ti senti sicuramente già in acidosi! Ti invito quindi ad un confronto per valutare quale protocollo utilizzare.
Cari saluti
Franca

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