Ogni giorno è la stessa storia, tuo figlio torna a casa da scuola, pranza, si rilassa un po’ e arriva il momento di fare i compiti. Nonostante ora sia più grande e frequenti la Scuola Media, non è cambiato nulla: la voglia di mettersi a fare i compiti e studiare, è sempre poca.
Le urla e le punizioni non aiutano granché, magari lo convincono a farli perché sa che c’è il rischio della punizione, però il suo modo di approcciarsi allo studio è sempre svogliato e demotivato. Può aiutare la promessa di una ricompensa, di una piccola paghetta a fine settimana, ma sarà comunque una motivazione data da altri. Le ricompense prima o poi finiranno e quando non ci saranno premi o punizioni, come farà tuo figlio a capire l’importanza dello studio, così da riuscire a mettersi a studiare autonomamente?
Certo, i voti alti sono belli da vedere, ricevere un premio è sempre meglio che essere punito, però…
Qual è il vero motivo per cui è importante studiare?
Io sono la Dott.ssa Tosetto Alessia, pedagogista e mediatrice familiare, ogni giorno lavoro con ragazzi frequentanti le Scuole Medie e le Scuole Superiori, li aiuto nell’organizzazione dello studio, nel metodo di studio e nella ricerca della motivazione.
La domanda che ricevo più spesso dai loro è proprio questa:
“Perché devo studiare questa materia? A cosa mi serve??”
Immagino che questa domanda non sia nuova a molti dei genitori che stanno leggendo.
Può sembrare un lamento inutile, un capriccio, ma è qui che invece è racchiuso un punto fondamentale: la richiesta di conoscere l’utilità, capire il significato, creare un collegamento con la realtà di tutti i giorni. I ragazzi spesso possono apparire svogliati, annoiati da tutto, l’unica cosa che sembra meritare il loro interesse è lo smartphone, tutto il resto è una noia, lo studio poi probabilmente è il peggiore.
Cos’ha lo smartphone di così interessante? Lo smartphone è stimolante, dà ai ragazzi l’opportunità di scoprire cose nuove, cattura la loro curiosità. Anche lo studio però può avere questo obiettivo, permette di scoprire la realtà, conoscere il mondo e anche alcune curiosità sulla scienza (come funziona il corpo umano, perché piove), sulla storia del mondo (perché in Inghilterra c’era la regina e qua no, perché esistono alcune tradizioni), sulla tecnologia (come viene fatta la plastica, cos’è l’inquinamento), sulla religione (perché si prega, a cosa servono le chiese)..
Se ci pensiamo bene ogni materia, ogni argomento di studio risponde a una domanda. Il problema è trovarla, ma soprattutto far le domande e stimolare i ragazzi a farle a se stessi, ad essere curiosi. La curiosità è proprio questo: voler scoprire e conoscere meglio qualcosa che finora ci è stato sconosciuto, o di cui sappiamo poco.
La risposta quindi sta nella curiosità, si studia per conoscere, scoprire il mondo: più cose si capiscono, più cose si conoscono e più si vuole sapere.
Pensate bene.. perché state leggendo questa rubrica?
Perché leggendo potete scoprire qualcosa che fino a prima non sapevate, potete approfondire una certa tematica, potete avere una risposta a una domanda a cui non siete riuscite a rispondere da sole. I genitori si rivolgono a me, alla Dott.ssa Franca per avere delle risposte, un aiuto, un supporto. Ciò che vi motiva a leggere è la stessa che può motivare i vostri figli a studiare, trovare una risposta, nutrire la curiosità, conoscere il mondo.
Invece di dare ai ragazzi una motivazione esterna, un ricompenso o una punizione, aiutiamoli a trovare la motivazione in loro stessi, a far crescere questa curiosità e questa voglia senza fine di conoscere il mondo. Una volta che ciò sarà chiaro, lo studio diventerà solo una piccola parentesi, non più così spiacevole, all’interno delle loro giornate. Le urla, i richiami continui, le punizioni, le ricompense, non serviranno più.
Sono Alessia Tosetto, Pedagogista e Mediatrice Familiare. Durante i miei studi universitari ho avuto la possibilità di fare esperienza nell’ambito educativo con minori dai 3 ai 17 anni: ho lavorato come educatrice in progetti di dopo scuola, come insegnante alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria, come educatrice sportiva e scolastica. Mi sono sempre sentita a mio agio a lavorare con i bambini e con i ragazzi, sono dell’idea che ogni persona ad ogni età abbia qualcosa da offrire e da cui poter imparare. Può essere qualcosa che ha imparato autonomamente, o da altri, dai genitori, dall’ambiente: ogni relazione “ci lascia qualcosa”.
I genitori soprattutto investono un ruolo fondamentale, ci aiutano a crescere e possono diventare un punto di riferimento se riescono a costruire un rapporto autentico. È qua che la Pedagogia è essenziale. Il Pedagogista lavora su i due fronti principali: guida i genitori e gli insegnanti supportandoli nella creazione di relazioni realmente educative, ed aiuta i giovani a dare il meglio nel loro percorso di crescita sia in termini relazionali che didattici.